Abbiamo parlato di aspettative degli altri e aspettative verso noi stessi, che assieme ad altre situazioni possono essere fonte di stress.
Lo stress è una condizione che non va confusa con quella che io chiamo: tensione positiva.
La tensione positiva è quello stato “non solo fisico e mentale” che spinge il professionista moderno, prima di una performance, a preparare e organizzare tutto con cura (anche nei dettagli) e a sviluppare un piano B per gli imprevisti.
La differenza sostanziale è che la tensione positiva parte dalla nostra mente e dal nostro cuore e ha come unico scopo l’avvicinarci il più possibile alla perfezione: la cosiddetta eccellenza.
Tutto è come un’opera d’arte, ed è tale quando sono i dettagli ad essere maniacalmente curati.
In questa condizione non solo si prepara l’appuntamento, il corso o la riunione secondo criteri di qualità attesa, ma si lavora anche sulla qualità inattesa, ovvero quel tocco da maestro che ognuno di noi sa dare per rendere unico e indimenticabile un determinato momento.
Nella comunicazione e durante il processo di vendita, ad esempio, ci sono dettagli che possono trasformare la nostra trattativa in un’opera d’arte.
È importante sottolineare che non serve molto: una consegna anticipata, un servizio aggiuntivo, un riconoscimento inaspettato sui social o qualunque azione e gesto che abbia lo scopo di dare beneficio solo al nostro interlocutore senza chiedere nulla in cambio.
Solitamente, quando un fornitore o qualcuno fa qualcosa per l’altro, lo fa in virtù del dare/avere, e questo di per sé lo fa già rientrare nella qualità attesa (già vista e rivista mille volte).
Mentre creare e offrire qualcosa senza pretendere nulla in cambio a breve termine è un collante a lungo termine e, in ogni caso, avremo creato un’idea positiva di ciò che siamo e facciamo.
La tensione positiva è quella cosa che ci permette di pianificare un piano di riserva davanti a un imprevisto o davanti a una defaillance, per mostrarci comunque professionali.
Ritardi nelle consegne o errori possono sempre capitare, e un piano B pianificato è l’ancora di salvezza del professionista di oggi.
Mediocrità e abitudini mettono il nostro cervello in fase di stallo e apatia, e ciò non ci pone nella condizione mentale vincente per essere percepiti dagli altri come un valore.
In conclusione, una sana tensione positiva ci differenzia dal competitor mediocre e non ci fa vivere in monotonia la nostra attività.